giovedì 31 gennaio 2013

l'australia

è stato il mio primo viaggio intercontinentale.
il primo, e non avrei più smesso.
avevo venti e pochi anni, mai uscita dall'europa. e australia.
mi fa ancora un po' impressione a dirlo così.
chè è lontana oh, l'australia.
il biglietto unmilioneeottocentomilalire.
soldi, erano soldi.
io recuperai solo quelli. per il resto avevo un fidanzato ricco.
no, avevo un fidanzato con un padre ricco.
facevano un cosa fighissima, quelli degli autonoleggi.
si chiama relocation. ti fittano un mezzo, ma tu devi portarlo entro una certa data in un certo posto. i tempi sono molto stretti, quindi non è che puoi rimanere 4 giorni nello stesso posto per dire, ma te lo fittano a 10 dollari anzichè a 100. è figo.
io l'ho girata così, in camper.
le autostrade a 6 corsie, le cascate, le isole di sabbia, la barriera corallina, la baia di sidney, gli aborigeni. ayers rock.
il deserto.
ce l'hai solo la prima volta. se ti dice culo al massimo il secondo viaggio ne hai ancora degli scampoli.
ma lo stupore, quello stupore non ti torna mai più.
guardare tutto come se non fosse vero.
che cammini con il naso in aria, che non ci puoi credere. che vedi cose.
che c'hanno le spiagge artificiali in centro città.
che tocchi i delfini, e fate il bagno insieme.
che sulla spiaggia ci sono i pellicani, coi loro occhi enormi, neri.
che anche ai tavolini dei bar ci sono degli uccelli, grandi, e colorati, e mai visti. e i cartelli non date da mangiare agli uccelli.
che il diavolo della tasmania esiste, ed è anche più brutto di quello dei cartoni.
che hanno il mare più bello del mondo, ma fanno il bagno solo guardando verso il largo. perchè gli squali mangiano davvero i pezzi di gente ingenua. e senza mai allontanarsi troppo dalla riva. e vestiti, ma questo non c'entra con gli squali.
che mentre dormivi buttavano giù le torri gemelle, ma tu lo avresti saputo con nove ore di ritardo. chè neanche ce l'avevi il cellulare.
e non sapevi più neanche se poi riuscivi a tornare a casa o se scoppiava la guerra e allora ciao italia, almeno per un po'.

che fu un viaggio di merda, a stare sempre coi biglietti pronti, a voler tornare a casa, stremata da litigi infiniti. da urla. da insulti. da schiaffi anche.

che vi siete lasciati al ritiro bagagli di fiumicino, poi.

e stasera mi torna in mente, e neanche lo so perchè.
o forse lo so.
è magnolia che mi riporta lì.
ma senza nostalgia.
solo un po' di tenerezza, per quella ragazzina con tutto il mondo davanti agli occhi e così poco alle spalle.
stasera mi manca, lei.

venerdì 25 gennaio 2013

viola

                                                                                                                                                                
si vede al sole.
sono proprio viola.
i capelli. viola. ecco.
so che capirete.

(del resto siete stati anche voi adolescenti   cit.)


giovedì 24 gennaio 2013

sospiro.

sono andata al cinema.
ieri.
a vedere django.
che ho amato per tutte e tre le ore, nonostante fossi, lo ammetto, scettica.
ma in tre ore non ho guardato l'orologio neanche una volta, quindi mi sa che se un film di tre ore non ti fa guardare l'orologio neanche una volta merita.
comunque la notizia non è questa.
la notizia è che sono andata al cinema.
dopo secoli.
millenni.
certo allo spettacolo delle sette.
e certo, ho dovuto promettere il mondo ai nonni in cambio di quelle tre ori serali.
ma ci sono andata.
e mi sono ricordata quanto mi manca.

sospiro.

martedì 22 gennaio 2013

delle banche

scopriamo oggi che mia nonna, 96 anni, NO VAN TA SEI ANNI, è andata in banca accompagnata da non si sa chi, forse una nipote, e ha vincolato dei soldi. ha comprato dei titoli. ha fatto degli investimenti.
poche settimane fa.
a novantasei anni compiuti da pochi giorni.

ora.
mio padre, che ha la delega sul conto, trova questi soldi in meno e chiede.
l'omino allo sportello, dopo un po' di nonsononpotreimaforsemaleièmapoilasignora si lascia scappare di avere consigliato lui alla nonna di diversificare.
cioè.
tu, omino della banca, vedi arrivare questa distinta signora di 100 anni.
cento anni cazzo ci rendiamo conto???
e credi sia una buona idea suggerirle di investire un po', così, signora facciamoli fruttare 'sti soldi.
me lo immagino.
che le avrà detto poi?
le avrà prospettato guadagni a due tre anni?
mentre a 100 anni si ragiona a due tre giorni alla volta.

comunque.
non riesco a smettere di sorridere mentre me li immagino là a discutere di investimenti e di futuro.

un applauso va alla nonna.

ma tutta proprio tutta la mia stima a lui, l'omino.
hai vinto, genio.

giovedì 17 gennaio 2013

vedi di non morire

figo.
molto.
a metà tra una puntata dei soprano e una sceneggiatura di tarantino.
bello bello bello.
e veloce.
e divertente.
bravo lui.*


*e brava ade che me l'ha fatto conoscere pure.

mercoledì 16 gennaio 2013

della muffa

oggi mi è venuto in mente di quella volta che ho lasciato un avanzo di pasta alla genovese in frigo per quasi tre mesi. l'aveva preparata la mia mamma, chè tornavo da un mese in messico e allora lei mi fa il pranzetto con genovese e mozzarella e parmigiana di melanzane.
solo che ne avanza un po', e allora metto la pentola in frigo. e poi dormita, fuso orario, e lavoro e ancora fuso orario e ciao genovese.
chè a quei tempi il frigo mica si apriva spesso, sempre a cena fuori o in giro o a lavoro o.
poi una sera mentre parlo con degli amici all'improvviso mi vedo la pentola avanti agli occhi, lì in basso sull'ultimo ripiano.
torno a casa, e timorosa apro il frigo. e la pentola.
delusione e sollievo, niente vermi e bestie strane. un po' di muffa e ciao.
e niente. butto pasta e pentola.

la morale di tutta questa storia è che il cibo in frigo non crea mostri, neanche dopo tre mesi e con una quantità di cipolla in grado di uccidere qualsiasi essere umano in buona salute.

ciao

domenica 13 gennaio 2013

follia profonda

sono basita.
innanzitutto perché mi è stato dato come fosse una perla rara.
e poi perché non riesco a capire chi mi ricorda.
forse faletti.
che arrivi all'ultima pagina del capitolo e lui sta là che cerca di montare una suspance assurda. per altro senza alcun risultato. e che dura fino al secondo rigo del capitolo successivo.
che poi, tutto sommato, la storia non sarebbe neanche tanto male, ma è che proprio non ci entri.
la scrittura ricorda quella di una ragazzina di terza media. la storia non ti coinvolge. il finale è inutilmente artificioso.
insomma, secondo me, una cagata pazzesca.
potrebbe anche entrarci che uscivo da nemesi di nesbo che è stato una figata, ma non credo.

poi ci sarebbe il suo primo libro, la psichiatra, che dicono cose belle.
vedremo.
non subito, che adesso il signor dorn lo odio un po'.

venerdì 11 gennaio 2013

n.1

dicevo un anno duro.
e lo è stato.
ma anche un anno pieno.
di cose, belle e brutte.
un anno di solitudine, tra bambini vicini e amiche lontane.
ma anche di crescita, tra fallimenti e rassegnazioni.
un anno intenso, e lungo, e dolce.
in cui ho imparato a conoscermi.
ho imparato cose di me, tante.

ora so che non so fare bilanci, mi fanno anche un po' paura, tutto quel contare e mettere e dividere tra più e meno, bello e brutto, buono e cattivo.
ma so guardarmi indietro. e intorno. e so essere felice di quello che ho. e so vedere quello che mi manca anche. riconoscendo quello che non ho perché sto ferma ad aspettare che arrivi, senza far nulla.
so anche mettere in fila buoni propositi. e riconosco di averne onorati molti.
so che ho perso l'orecchino al naso e non l'ho rimesso. e il piercing all'ombelico e ho finto di non accorgermene. chè sto diventando grande, e comincio ad avere il senso del ridicolo. non molto però.
so che sto per smetterla coi tatuaggi, ma non subito.
so che essere madre non mi basta. ma so anche che mi ha reso migliore di quello che ero.
so che cambierò ancora. e ancora.
e perderò altri pezzi. e altri se ne aggiungeranno.
chè è la vita.
so che ogni tanto mi piacerebbe ricevere dei fiori.
so che sarò sempre insoddisfatta, è il mio carattere. ma so che insoddisfatta non significa infelice.
so che crescere mi spaventa.
ma so che mi piacerebbe invecchiare con l'uomo che amo.

e so che da quest'anno mi aspetto molto, tante cose, importanti.

posso farvi gli auguri?