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martedì 19 novembre 2013

c'est tout





ci sarebbe la leggerezza di partire in due, di nuovo, dopo anni.
ci sarebbe uno zainetto minuscolo.
si potrebbe raccontare di un aereo che non riesce ad atterrare. e le preghiere di un'atea che vuole rivedere i suoi figli. e due ore che diventato sei.
potrei dirvi di birre pomeridiane come se avessi ancora vent'anni.
o di bagel col formaggio.
ci sarebbe poi da parlare dei jardin du luxembourg, e tappeti gialli che scricchiolano sotto i tuoi piedi.
o anche dei gradini, milioni, della torre di ferro. 720 in realtà. più 720 a scendere. ma quelli non contano, no?
poi c'è il freddo. e cappello. calze. sciarpa. guanti. 
potrei provare a dire dei baci e degli abbracci e delle strette e dell'amore trovato a casa ad aspettarmi. come se fossi stata via dei mesi, invece che due giorni. (no mamma, tre giorni)
e il pain au chocolat. tanti pain au chocolat.
ci sarebbero mille altre cose, tutte chiuse strette strette in due giorni piccoli piccoli. due giorni voluti, aspettati, meritati.
ci sarebbero tutte queste cose, da raccontare.
e poi c'è anche che tutto questo, noi, lo abbiamo fatto in bici. gran parte.
su delle fantastiche bici dal colore indefinito che trovi ad ogni angolo di strada. 
ci sarebbe da raccontare.
la gioia. 
la gioia di andare e quella di tornare.


giovedì 26 luglio 2012

in questi giorni di vacanza


ho capito che:


probabilmente non mi riposerò mai più nella vita. 
la sveglia interna dei tuoi bambini se ne fotte delle ferie.
se mi salvo da questa coppia col cazzo che ci ricasco.
non ho più diritti. 
la protezione totale va spalmata benissimo, se non vuoi le ditate sulla schiena del tuo biondissimo figlio. 
i vecchi grassi sono meglio dei vecchi magri. 
le orecchie dei bambini si bruciano. 
potrei uccidere per 100 grammi di jamòn serrano.
sono felice di non avere più vent'anni. 
è inutile portarti dietro quattro libri per 10 giorni di vacanza. se hai due figli.
ho bisogno di una vacanza. 
il mare stanca. i genitori soprattutto. 
stimo le settantenni in topless. 
ibiza mi fa cagare.
si può sopravvivere senza la trilogia di toy story. 
la polizza kasko è fondamentale.
un bambino muto è meglio di un bambino petulante.
è ufficialmente finita un'era.
non è vero che siamo fuori dal tunnel.
vorrei poter sentire la mancanza dei miei bambini, ogni tanto. 
noi italiani siamo gli unici a mangiare yogurt con frutta non allergizzante. 
riesco ancora a bere 4 birre in un'ora senza vomitare.
i castelli di sabbia sono una rottura di coglioni.
ma un secchiello e due palette possono salvare la vita. la tua.
non sarò mai una signora.
non andrò mai a vivere in lussemburgo.
i figli ti fottono la spensieratezza.
chi ha tre figli il terzo la ha comprato. e non mi convincerete del contrario.
le vacanze a luglio sono una follia. a meno che tu non ne faccia anche ad agosto.
la resistenza dei bambini è inversamente proporzionale alla tua.
la iena è una rompicoglioni. e lo sarà sempre. o ci odia. io propendo per la seconda.
ho una brutta fissazione con le liste.

giovedì 26 aprile 2012

l'attesa

l'altro giorno sono andata dal dentista.
a parte dolore ansia paura insonnia incubi e tutte quelle cose lì.
a parte che io lo odio il dentista e non ci dormo per giorni e giorni.
a parte il fatto che se dio esiste nella prossima vita IO faccio il dentista e lui ha cento carie.
a parte il fantastico cartello.






che cioè ti fanno aspirare il gas esilarante (ma io lo vogliooooooooooooo).
il fatto notevole* è un altro.
sala d'attesa, sedie tutto intorno al muro tipo festa delle medie, tavolino centrale.
e sul tavolino le riviste. 
insomma, per un attimo mi è sembrato di essere finita in una sit-com degli anni novanta.
ma quant'è che non sfoglio un giornale?
carta, inchiostro, foto, pubblicità. 
e allora ho letto il venerdì.
ed è stato molto bello. nonostante fosse vecchio di quindici giorni.
girarne le pagine, sentire l'odore della carta. 
che sono almeno un paio d'anni che leggo solo online.
e allora stamattina sono uscita di casa mezz'ora prima.
sono passata per l'edicola. ho comprato la repubblica.
e ho fatto colazione al bar, cornetto sole caffè e quotidiano. che lusso.
e mi sono sentita a parigi.



*ovviamente notevole per me, per voi sarà 'sticazzi.