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venerdì 14 febbraio 2014

san valentino

avete rotto il cazzo.
coi fiori.
coi baci.
coi cuscini rossi del cazzo.


noi, da queste parti, festeggiamo gli onomastici.
il mio, per essere precisi.





giovedì 13 settembre 2012

notte time (cit.)

è tutto vero.
l'hanno fatto.
giuro che l'hanno scritto.

tu, ti sei superato. davvero. sei andato oltre l'odio, oltre l'imbarazzo, oltre il fastidio.
ecco, hai vinto.

giovedì 16 agosto 2012

2.odio

O DIO
ODIO
O DI O
mortalmente. visceralmente. mostruosamente.
qualsiasi parola seguita da trattino time.
caffè time
doccia time
aperitivo time
birra time
pizza time
palestra time

ODIO

punto primo. cosa ti fa pensare che mi possa interessare che tu stai entrando nella doccia. certo magari dovrei abbandonare ogni mira voyeuristica e cancellare l'iscrizione a facebook. ok, colpa mia. facciamo finta che mi interessi quello che stai facendo (maddai, come può essere interessante la tua doccia! okkei okkei, dobbiamo fare finta)
punto secondo. stai entrando nella doccia. e nudo come un verme, apri l'acqua. e prendi il telefono. resta un mistero come questa possa sembrarti una buona idea.
ma.
siamo italiani.
e allora.
perché.
perché non dire 'vado a fare la doccia'.
perché???
che già ci obbligate a tollerare scempi tipo docciarmi fonarmi. che ogni volta è un dolore. come di una
ferita vecchia, in fondo allo stomaco. sono i miei cinque anni di liceo classico che mi fanno male.

ma niente. il trattino time lo odio, non perdono.

ma io, si sa, sono antipatica.

ora vado, ho una bottiglia di falanghina ghiacciata che mi aspetta a bordo piscina.

sbronza time.



*è per questo che il suo blog mi piace tanto. chè avrei voluto trovarlo io un nome così figo. quasi quasi glielo chiedo. devo solo aggiungere una v.

martedì 7 agosto 2012

di noi

latte e pane?
si. e anche coca e yougurt.
non posso, sono già fuori.
.
.
.
ah, okkei.


ecco, io credo che è per cose così che chi non divorzia è un eroe.
perchè io avrei dovuto dire e che cazzo mi hai chiamato a fare. e invece ho detto ah, okkei.
ma.
quante conversazioni così puoi 'gestire' in una vita sola.
non lo so. credo non molte altre, io.

sabato 14 luglio 2012

ti svelo un segreto



le birkenstock sono fuori moda da almeno 8 anni. buttale.

quei fantastici e comodissimi e leggerissimi pantaloni tailandesi? se proprio non vuoi appoggiarli vicino ai sandali nel cassonetto abbigliamento, usali per il mare. sono osceni in città.

non puoi guardarmi dall'alto in basso perché tu vai a teatro e io no.

l'andare a mostre di arte moderna, di cui tra l'altro non capisci un cazzo, non fa di te una persona colta.

comprare vestiti di 3 taglie più grandi a tuo figlio, non ti rende geniale. metterà quella maglietta due anni come se non fosse la sua, e quando finalmente sarà della sua taglia sarà una maglietta vecchia. probabilmente bucata.


una mostra di un artista sconosciuto del cazzo che mette un dvd del cazzo in mezzo a una sala vuota e lo proietta su una parete bianca è noiosa. e chiamarla istallazione non renderà il tutto più interessante.
se tu, guardando quella porcata di cui capisci quanto me, ridessi piuttosto che annuire compiaciuto, saresti più simpatico. 

fare foto con la reflex non ti rende oliviero toscani. soprattuto se è una digitale e se la tieni impostata su auto. e non ti autorizza a criticare tutto il mondo che nel frattempo fa foto con l'iphone. si chiama progresso.

farti le sigarette col tabacco non ti rende un intellettuale di sinistra. soprattutto se quel tabacco lo compri con i soldi di papà. e hai una carta oro in tasca.

i pantaloni di velluto a coste nel 2012 e sotto gli 80 anni sono considerati parenti strettissimi delle birkenstock.

se la tua casa vale 2milionicazzodieuro non DEVI avere la social card. non è giusto. e sai perché? perché te la pago io.

è vietato vestirsi da ovviesse e voler dare pareri sull'abbigliamento altrui. VIETATISSIMO.

l'invidia è un sentimento brutto, orribile. ma è punibile con la morte se TU che hai la casa al mare, e in montagna, e in campagna rompi il cazzo a me che la domenica scrocco un bagno in piscina a mia zia.

mentre stai in spiaggia non puoi chiamare me per lamentarti. forse hai perso la memoria, ma io sto a lavoro, con una iena ingestibile, con 40 gradi e una madre ingessata. cioè tu puoi pure chiamarmi, quello che non puoi fare è stupirti se da oggi in poi passi nella mia personale classifica da persona media a decisamente cretina.

se i vestiti di tuo figlio sono di seconda terza quarta mano la tua borsa prada deve essere rigorosamente falsa, non c'è storia. che cazzo, ma la coerenza?



ecco. dovevo dirtelo.
non ero arrabbiata con te. ma adesso abbiamo fatto pace.

sabato 12 maggio 2012

la famiglia bradford

ho letto questo post qui e mi è venuta in mente 'sta cosa.
che del viaggio in california non avevo raccontato niente. chè c'era la storia del negozio e quindi niente cose belle da dire.
ora la storia del negozio c'è sempre, ma l'ho metabolizzata.
e comunque.

la scena è questa.
aeroporto di londra. dopo 12 ore di volo.
due bambini sotto i due anni e due genitori che hanno passato le ultime 12 ore con due mocciosi in braccio che tentavano di dormire. quindi senza dormire.
quindi due genitori morti.
e ancora due aerei da prendere.
bimbo grande che fa i capricci.
bimba piccola che piange (ma va'?).
genitori che si guardano e si chiedono come hanno fatto a scegliere quello*.
tutti e due avviliti e stanchi, chi ce li ha si mette le mani nei capelli. si passano le mani sui volti stanchi.
sono svenuti seduti ad un tavolino dell'ennesimo starbucks a tentare di far bere un latte al bimbo grande. che il suo orologio interno segna tipo le tre di notte. quindi si va di urla.
due passeggini, mille bagagli a mano, una neonata incollata in braccio.
Lui che cerca il gate. che non c'è ancora.
is everything ok? secondo te??
non siamo un bel vedere.

tavolino di fianco.
famiglia composta da due adulti e quattro bambini.
QUATTRO.
fanno colazione.
tutti seduti.
e parlano.
con calma.
il più grande avrà al massimo sei anni. il più piccolo è in un passeggino. con su un'etichetta con la scritta sidney.
sidney cazzo.
io ci sono stata a sidney, dall'italia, senza figli, con dieci anni meno di adesso e un tipo che adoravo. all'epoca, poi l'ho odiato. e poi riadorato. e poi di nuovo ciao. ma ora non c'entra.
comunque.
è lontana sidney.
a meno che tu non viva in australia.
è lontana da ovunque.
e loro erano a londra.

comunque.
a un certo punto si alzano. si avviano. ordinati. composti. ma allegri e sorridenti.
ho osservato tutta la scena mentre i miei figli piangevano e si dimenavano.
ma avrei potuto sopportarlo.
e avrei potuto sopportare anche che con mille figli avevano un solo bagaglio a mano. UNO SOLO.
ma.
avete presente i bicchieroni di caffè americano? quelli dei film??
ecco. lui beveva il caffè.
mentre andavano via lui aveva modo di pendersi il suo cazzo di caffè e portarselo in giro.

è stato il colpo di grazia.



*all'andata è stato anche peggio. con l'aereo perso a londra. e sei ore per avere i passeggini. ma.
lo rifarei. e lo rifarò infatti. nonostante. non fatevi ingannare dal racconto. 

mercoledì 9 maggio 2012

the magic number....

credo che la politica dei call center sia quella di stremarti. ore ed ore di attesa ad ascoltare vocine registrate. ore ed ore a districarti nella giungla di menù e sottomenù. col fine ultimo, quasi mai raggiunto, di parlare con un umano.
è una specie di selezione naturale.
se la superi senza riagganciare, sfondare il telefono in un muro, bestemmiare allora meriti il premio.

ma non è detto che tu abbia vinto.

dopo milioni di domande per essere sicuri sicuri che tu sia proprio tu, che tante volte sei una stalker che vuole sapere che cazzo sono quei 40 euro in più sulla bolletta del vicino, ecco finalmente che riesci a spiegare.

se il reclamo è cosa seria a un certo punto signora mi scusa un attimo? e cade la cazzo della linea.
e tu a rifare tutto daccapo.

ieri tre volte così.
tutta la trafila.

la terza volta urlo come una pazza, mi faccio dare nome e cognome dell'operatore e ottengo delle risposte. ovviamente insoddisfacenti.

oggi mi chiamano.
loro a me.
volevano sottopormi un piccolissimo questionario sulla qualità del servizio offertomi.

ora però io sono un po' infantile.

gli ho riattaccato il telefono.
mentre la tipa parlava.

ha richiamato.
e di nuovo ho messo giù.
l'ho fatto quattro volte, poi hanno smesso.

io non credo la poverina abbia capito.
ma mi sono sentita molto meglio.