lunedì 8 ottobre 2012

le fate

oggi ho portato il vandalo a scuola.
per un'ora siamo stati lì, tra tappeti e costruzioni.
il tempo di farlo ambientare.
il tempo di fargli conoscere gli attibimbi.


posso venire in baccio?
si tesoro, come ti chiami?
maria.
(non puoi abbracciarmi così tesoro. quanto ti senti sola, se mi abbracci così, ed è la prima volta che mi vedi)


il tempo di dire torniamo domani, senza punto interrogativo.
il tempo per farmi ricordare tutti gli odori di quando ero bambina. la solitudine di quelle mattine d'autunno. il vuoto nello stomaco, il freddo nel cuore.
tutti quei bimbi, così sperduti, così soli. minuscoli, costretti a crescere. di già.
mi torna in mente tutto, perché io non ci volevo andare a scuola. io volevo stare a casa con la mia nonna. e non mi importava che ci fosse mio fratello una classe più avanti, io volevo andare a casa. prima possibile.
e allora penso che lo faccio per lui, che gli piacerà stare lì a giocare. in compagnia di suoi coetanei. non sempre con nonni e genitori.
ma.
io non ci volevo andare a scuola.
e allora mi viene il magone.
a pensare a lui là, che magari neanche lui ci vuole andare a scuola.
che deve mangiare da solo.
che deve fare la pipì da solo.
che se si sente triste e mi cerca, non mi trova.
e lo so che ci vanno tutti a scuola.
ma lui è il mio bambino.
e io c'ho il magone.
e penso a tutto quello che dovrà affrontare nella vita, a prove più grandi di questa. a tutte le volte che vorrò proteggerlo e invece dovrò lasciarlo andare.
alla prima ragazza che lo farà soffrire, e a me che non potrò ammazzarla.
a quando uscirà la sera, e io mi sentirò morire finché non tornerà.
penso a mia madre, penso a come deve essere stata dura.
e vorrei tenerli così per sempre, piccoli. piccoli. o almeno ancora un altro po'.
solo ancora un po'.
solo finché non mi passa il magone.

a me.
lui sorride.


amore, andiamo a casa?
no no mamma. tu. io resssto ccà a ocae.
amore, torniamo domani.
no. tu. io ccà.

62 commenti:

  1. *_*
    cazzo, come crescono i bambini.
    un giorno li vedi nascere e poi li vedi andare a scuola..
    che oggi io sembravo un ebete a vedere mia figlioccia appena nata. che lei faceva un verso ed io rispondevo. e poi anche lei andrà a scuola. sarà grande. e.. no. anche a me sta venendo il magone.

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  2. ps: però io piangevo perchè volevo andare a scuola.
    lo dico che sono sempre stata strana.

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    1. l'ho scritto a gae un po' più giù.
      strano anche il vandalo, ma si è disperato all'ora di andare via.

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  3. eh. e il primo/a che li fa soffrire..ci sono passata. E ho preso il telefono in mano cento volte per chiamarlo io e insultarlo che nessuno fa piangere mia figlia così. no. poi ho messo giù...cento una volta. e il magone è aumentato..porca miseria. e dai un abbraccio a maria pure per me...porca miseria.

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    1. ok.
      allora facciamo così.
      chiami tu i miei e io i tuoi.
      e sticazzi la maturità.

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  4. Le prime lacrime asciutte delle madri che lasciano i figli all'asilo nido, o all'asilo, o alle elementari. Le prime lacrime dell'indipendenza.
    Le prime ansie, le prime paure di possibili solitudini, di possibili vulnerabilità.

    Sembra strano, ma io lo so. Io lo so perchè la mia migliore amica era una scapestrata, e allora io cominciai a sentirmi una mamma, già dalle medie. Una mamma che vedeva la sua bambina allontanarsi.
    G, mi raccomando, non fare troppo tardi, che domani abbiamo lezione. Appena esci dalla discoteca chiamami, che tanto io mi sveglio subito.
    E invece nemmeno dormivo. Lei ogni tanto mi chiamava, ogni tanto no, come ogni figlia. E allora ero io a chiamarla quando alle quattro di notte ancora non si faceva sentire,e avevo il magone anch'io. Perchè G l'avevo creata io, un po'. Quella G l'ho cresciuta io, portandomela in giro per anni addosso a me, cercando di offrirle il miglior ambiente possibile. E poi crescono, diventano delle piccole personalità, e allora non si può più dirigere. Adesso bisogna sforzarsi solamente di accompagnare, sferrando ogni tanto dei piccoli calci a quelle ruote sulle quali corrono, cercando di evitare che finiscano fuoristrada. Senza però farsi notare troppo. Che poi andare fuoristrada diventa il loro obiettivo.

    Sembra strano, ma io sento di saperlo, un po'.

    E il vandalo è già un fico. Il vandalo t'ha detto di no, mentre tu avevi il magone e tu non ci volevi andare, a scuola. L'hai formato, l'hai diretto molto bene.

    Ora arriva la parte più difficile, ma anche la più bella. Accompagnare. Cominciare finalmente a vederlo nel mondo.

    Non è bello, vedere il proprio figlio cavarsela nel mondo, prima, dopo e durante le tempeste o i tramonti o le albe o le giornate piene di sole?

    E' bello, è bello. Il magone scomparirà e tu vedrai il tuo splendido figlio affrontare tante avventure, tutte ricche di cose, tutte che lo nutriranno e lo faranno crescere forte, tanto forte.
    Pensa, che bello. Tuo figlio che diventa sempre più bello grazie a te.

    (M'è uscito lungo ma te lo volevo scrivere, non rompe eh)

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    1. @Ari: No vabbè. Io a te ti metto sotto metadone.

      Non puoi. Non devi. Non vuoi.

      Scrive cosi tanto.

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    2. Ma perchè no? Scusa eh. Che io ci sto pensando, a questa cosa. In fondo, perchè no?

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    3. @banana, lasciala in pace.
      @ari, a me i tuoi commenti piacciono. così come sono.
      e non lo ripeterò mai più.
      (o già l'avevo detto? ho come una sensazione di deja-vù)

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    4. Forse sono io che sono dura di comprendonio e pure un po' orba (ma questo sicuramente).
      E v mi difende dal Banale... Mi emoziono.

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    5. Ecco.
      Emozionati in 10 righe testarossa.

      Che a vale piace giocare a poliziotto-buono e poliziotto-cattivo.

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    6. smettila di immaginarmi in divisa tu.

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  5. Che post, Vale.
    Bastano poche righe per sentirlo sulla pelle.

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  6. Solidale su tutto (anche se io, fino a quando non ho iniziato a prendere voti, a scuola ci sono andato volentieri). I miei vogliono andare al "lasilo" anche al sabato. Son soddisfazioni, no?

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    1. oggi me lo sono riportato piangendo.
      non voleva andar via.
      e io che immaginavo abbracci baci e corrersi incontro.
      mica mi sento tanto soddisfatta io??

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  7. da quando ho una figlia il rispetto per i miei genitori ha raggiunto dimensioni di devozione.
    niente più vaffanculo
    niente più non me rompe er cazzo
    rispetto
    quanto meno per l'immane fatica-paura-preoccupazione-sacrificieconomici

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    1. poi passa ale, non ti preoccupare.
      e tornano i vaffanculo.

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    2. io la mia l'ho mandata a cagare giusto ieri sera.
      ma a ragione. si sappia.

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  8. sono tornata nella mia scuola materna qualche tempo fa.
    mi ricordavo questo salone immenso, le scale aaaaaaalte, il refettorio come la mensa dei poveri di calcutta...e invece no. è piccola.
    piccolo il salone, corte le scale, pulito il refettorio (e grazie, la scuola era chiusa!)
    per tentare di ritrovare la giusta prospettiva sono andata ad accucciarmi in un angolo vicino all'ingresso. meglio, si, ma niente di risolutivo.
    certe prospettive non tornano più e tutto sommato è cosa buona.

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  9. certe prove sono dure e difficili e dolorose.
    ma servono a far crescere.
    le mamme.

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  10. Su quel "io ccà" non mi so saputa reggere e ho riso...

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  11. Mi sa che te l'ho già scritto qualche post fa o forse non era il tuo blog, ad ogni modo mi sto ripetendo ma: è bene che all'inizio un bimbo non voglia andare a scuola, significa che a casa sta bene! Comunque penso che il distacco sia sano, sia per il bimbo che deve crescere che per le mamme (che devono crescere, come mamme), no?

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    1. lo so, lo so.
      mica non lo so.
      ma che c'entra che lo sai?
      tu non metti i jeans skinny pur sapendo che ti faranno soffrire?
      lo sai, eppure li metti. ogni volta.

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  12. sì, il primo giorno si muore dentro.
    poi il secondo: ndiamo a casa?
    il terzo: io non ci voio ndare a quolaaa! voio tare a casa!!!
    ...
    ...
    il decimo: bacino e faccio ciao dalla finettra.
    ...
    ...
    il quindicesimo: bacino, ciao papà.
    ...
    ...
    il ventesimo: batta bacini, papà! lasciami andare...

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    1. mi stai spezzando il cuore.
      e non è la prima volta che lo fai.

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    2. really?
      dormirò molto bene stanotte.
      =)

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  13. Io non ricordo più quei momenti da bambina, non riesco ad immaginarmeli dalla parte di una mamma. Sono i giorni del secondo grande distacco, più doloroso del primo (il cordoncino)

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    1. non è il distacco, non solo almeno.
      è che lui sembra così piccolo.
      uffffff

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  14. Pochi ricordi.

    Però Genitrice rimaneva quasi due ore fuori in macchina, per sicurezza.
    che aveva paura che sbroccassi e che mi mettessi a piangere.

    Però mi divertivo.
    Ma ero troppo timido.

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    1. ma chi, tu?
      ahahahaahahahahahah

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    2. aspetta aspetta:
      AHAHAHAHAHAHAH anch'io

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    3. Stronza 1: non sembra, lo so. Ma anche io ho avuto "un periodo" in cui lo ero.

      Stronza 2: mi metto sotto di voi, cosi, sperando che abbiate la gonna. Poi rido io.

      Ah, fottetevi/mi

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  15. Povere mamme. Solo ora mi rendo conto.

    Solo ora mi rendo conto di quando deve essere stata male quando il primo giorno di asilo tutti i bimbi piangevano e io no. Quanto deve essere stata male quando alle 12 tutti i bambini sorridevano alle mamme che erano venute a riprenderseli e io invece piangevo perchè volevo stare lì.

    Povere mamme.

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  16. ecco... adesso c'ho il magone anch'io...
    quasi quasi domani li tengo a casa con me...
    perché anche io a scuola non ci volevo andare...

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  17. mi sa che quel "io ccà" dice tutto. Starà benissimo, fidati.
    Però ti capisco cavolo. Il mio fra qualche giorno compie 9 anni, l'anno scorso è andato via da solo, per la prima volta, con il gruppo sportivo. Mentre gli compravo calze, mutande ed asciugamani rigorosamente nuovi..mi sono fermata un attimo di botto e mi sono detta che sembravo mia madre che ancora fa le raccomandazioni sui completi appaiati quando vai dal dottore....si cambia , eccome se si cambia. Però è bello dai. E quando arriverà la prima ragazza che li farà soffrire, magari ci risentiamo eh?

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    1. nel senso che ci incappucciamo e andiamo a minacciarla insieme??

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  18. Mi hai fatto venir voglia di correre a prendere il bambino da scuola

    uno qualsiasi perché non ho figli

    Non è che, per caso, hai il numero di un buon avvocato?

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    1. dici che ti serva?
      che il papà vero la prende male?

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    2. Boh, i carabinieri qui, tra un ceffone e l'altro, mi hanno detto che mi servirebbe...

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  19. l'epica casalingua vuole che io chiedessi disperata, al momento dell'affidamento all'asilo "ma mi vieni a prendere?", fino allo sfinimento, per intenderci.
    ed in effetti io non serbo un ricordo brutto della mia primissima infanzia (salvo la noia di dover condividere i giochi, non nel senso di oggetti materiali, ma di totale dominio delle regole, della storia, dello svolgimento, dell'inizio e della fine, da brava figlia unica). però ricordo nitidamente il terrore, fuori da scuola, che per me non arrivasse nessuno (a saperlo, che mia madre è cronicamente in ritardo).

    lui sorride. e tu sei una brava mamma perchè lo lasci andare felice, nonostante il magone. non credo potrà mai ringraziarti abbastanza per questo.

    p.s. il blogroll. uau. sono emozionaterrima et orgoglioserrima.

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  20. il distacco ( immagino ) sia difficile, ma non affliggerti ora per la prima ragazza che ancora ci vuole xD

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  21. Io lo so che ci sarà un tempo in cui queste notti un po' del cazzo, queste mattine di delirio, queste corse alla fermata del pulmino, questi discorsi da mamme che hanno bambini piccoli, cosini piccolissimi che prendono il pulmino da soli - dicevo- so che ci sarà un giorno in cui mi guarderò indetro e li rimpiangerò.
    Oserò rimpiangerli. Perchè saranno -diononvoglia- tra i ricordi più belli.
    E' così, vedi?, che ci fregano. 'sti soldi di cacio.

    Susibita

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  22. Non starò qui a ripetere che Nicolò piange da 8 anni tutte le mattine mentre Andrea, se potesse, se ne andrebbe da solo. Io ero come Nicolò. Anche se c'avevo l'attenuante, mio papà mi lasciava all'asilo e poi a scuola tipo alle 7 del mattino. Ci credo che piangevo.
    Comunque, io ricordo ancora l'odore di candeggina e quello del minestrone. E non li scorderò mai.
    E ho una sorella più grande di me di un anno. Così, tanto per fartelo sapere.
    ;)

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  23. Non starò qui a ripetere che Nicolò piange da 8 anni tutte le mattine mentre Andrea, se potesse, se ne andrebbe da solo. Io ero come Nicolò. Anche se c'avevo l'attenuante, mio papà mi lasciava all'asilo e poi a scuola tipo alle 7 del mattino. Ci credo che piangevo.
    Comunque, io ricordo ancora l'odore di candeggina e quello del minestrone. E non li scorderò mai.
    E ho una sorella più grande di me di un anno. Così, tanto per fartelo sapere.
    ;)

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    1. ma perché è venuto fuori due volte??

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    2. mio fratello è più grande di quasi cinque anni.
      la classe più avanti era una descrizione geografica. era proprio la classe accanto.
      comunque gli odori ce li ho nel naso.
      il profumo della direttrice e il sugo.

      come piange da 8 anni?
      ma abituarsi no?
      povero, uffa.

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    3. Che ti devo dire? Alla materna si faceva venire il vomito (e vomitava anche), poi facevamo il giro della classe trascinando un cagnolino di plastica, poi bacio, domanda 'mi vieni a prendere all'una?' e alla fine la maestra lo metteva sul davanzale e io lo salutavo da fuori.
      Alla primaria è l'unico bambino di terza che sale le scale ancora con mamma'. Bacio appassionato e domanda 'vieni a prendermi alle tre e mezza?'.
      ...
      Ho provato a fare la dura, ma peggiora la situazione. Quindi lo assecondo. Prima o poi smetterà no?
      (che poi quando esce è felice e tranquillo e quando lo chiamo a casa in pausa pranzo mi liquida in un nanosecondo. E' proprio l'ingresso a scuola che non digerisce).

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    4. io ho vomitato tutte le mattine (tutte proprio tutte) fino al primo giorno della prima media. a metà strada tra casa di nonna e scuola.
      buona buona, vomitavo e poi tornavamo a casa a cambiarmi e lavarmi. e poi, sempre buona buona, andavo.

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