coming soon.....
martedì 30 ottobre 2012
domenica 28 ottobre 2012
mi raccomando: tutti vestiti bene
è stato un regalo.
mea culpa, lui non l'avevo mai sentito nominare.
e in effetti, non mi sarebbe mancato.
che poi alla fine mi sono anche affezionata al tipo, chè io sono una sentimentale. no?
ma prometteva grosse risate, e invece no.
mi ha solo molto annoiato.
ford, perdonami. il pettirosso aspetterà ancora.
mea culpa, lui non l'avevo mai sentito nominare.
e in effetti, non mi sarebbe mancato.
che poi alla fine mi sono anche affezionata al tipo, chè io sono una sentimentale. no?
ma prometteva grosse risate, e invece no.
mi ha solo molto annoiato.
ford, perdonami. il pettirosso aspetterà ancora.
giovedì 25 ottobre 2012
conversazioni. surreali.
e ti sei divertito oggi a scuola?
si si.
c'erano anche gli altri bimbi?
si si.
e c'era stefano?
si si. e c'era anche giulia.
ecco giulia, guardati le spalle. se fai soffrire mio figlio, io ti uccido.
si si.
c'erano anche gli altri bimbi?
si si.
e c'era stefano?
si si. e c'era anche giulia.
ecco giulia, guardati le spalle. se fai soffrire mio figlio, io ti uccido.
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Vandalo
martedì 23 ottobre 2012
ci sono momenti in cui penso che manca poco.
manca poco a non aver più nulla da dire.
succederà, lo so che succederà.
starò lì, ascolterò discorsi e non riuscirò a pensare a niente.
avrò il cervello atrofizzato, irrimediabilmente.
succederà, lo so.
molto presto anche.
manca poco a non aver più nulla da dire.
succederà, lo so che succederà.
starò lì, ascolterò discorsi e non riuscirò a pensare a niente.
avrò il cervello atrofizzato, irrimediabilmente.
succederà, lo so.
molto presto anche.
mercoledì 17 ottobre 2012
mancanze
eravamo quattro.
con una birra in mano ci raccontavamo le vite.
partivamo, lavoravamo, ci innamoravamo. insieme.
ridevamo.
e crescevamo.
mentre il mondo intorno cambiava.
sceglievamo i nostri futuri.
e fa sorridere a pensarci ora, che io ridevo dei loro sogni.
chè loro parlavano di futuri coi passeggini, gli stessi uomini di allora.
le domeniche in famiglia. i bambini sui tappeti.
e io ridevo. e inorridivo.
e mi facevano paura quei sogni lì.
chè non mi vedevo da nessuna parte.
inquieta, insoddisfatta.
mai ferma, mai piena, mai calma.
io che volevo girare il mondo, io che non volevo invecchiare.
che ho troppe cose da fare, per fermarmi in un posto solo. con un uomo che sia per sempre. in una vita che sia solo quella.
e non le abbracciavo, e non le baciavo.
e non parlavo di sentimenti, chè nessuno me l'aveva insegnato.
e non ho mai dubitato di averle sempre nella mia vita.
ora non ci siamo più.
ci sono rimasta solo io.
g. è scappata. dalla tristezza, e ora è felice. e i nostri figli non saranno mai amici.
s. scappa ancora, da se stessa. lei che sognava abiti bianchi e decine di figli. ora ci parliamo a nove ore di distanza. noi che abbiamo diviso tutto.
f. è scappata da me.
perché la vita ti fa delle cose.
e tutto quello che credevi per sempre sparisce, nello sguardo di un uomo a volte.
e allora devi scegliere.
e quasi mai sono indolori quelle scelte.
ma scegli, rinunci, riordini.
e perdi dei pezzi.
e quei pezzi ti mancano.
e ti continuano a mancare.
ogni cosa bella, ogni cosa brutta.
c'è un vuoto, là in fondo.
c'è qualcosa che non c'è, anche quando non ci pensi più tu.
e non sai se ti manca lei. o se ti manchi tu com'eri con lei.
ma fa male, ancora.
e non l'avresti mai detto, che un giorno non ci sareste state più.
e invece.
con una birra in mano ci raccontavamo le vite.
partivamo, lavoravamo, ci innamoravamo. insieme.
ridevamo.
e crescevamo.
mentre il mondo intorno cambiava.
sceglievamo i nostri futuri.
e fa sorridere a pensarci ora, che io ridevo dei loro sogni.
chè loro parlavano di futuri coi passeggini, gli stessi uomini di allora.
le domeniche in famiglia. i bambini sui tappeti.
e io ridevo. e inorridivo.
e mi facevano paura quei sogni lì.
chè non mi vedevo da nessuna parte.
inquieta, insoddisfatta.
mai ferma, mai piena, mai calma.
io che volevo girare il mondo, io che non volevo invecchiare.
che ho troppe cose da fare, per fermarmi in un posto solo. con un uomo che sia per sempre. in una vita che sia solo quella.
e non le abbracciavo, e non le baciavo.
e non parlavo di sentimenti, chè nessuno me l'aveva insegnato.
e non ho mai dubitato di averle sempre nella mia vita.
ora non ci siamo più.
ci sono rimasta solo io.
g. è scappata. dalla tristezza, e ora è felice. e i nostri figli non saranno mai amici.
s. scappa ancora, da se stessa. lei che sognava abiti bianchi e decine di figli. ora ci parliamo a nove ore di distanza. noi che abbiamo diviso tutto.
f. è scappata da me.
perché la vita ti fa delle cose.
e tutto quello che credevi per sempre sparisce, nello sguardo di un uomo a volte.
e allora devi scegliere.
e quasi mai sono indolori quelle scelte.
ma scegli, rinunci, riordini.
e perdi dei pezzi.
e quei pezzi ti mancano.
e ti continuano a mancare.
ogni cosa bella, ogni cosa brutta.
c'è un vuoto, là in fondo.
c'è qualcosa che non c'è, anche quando non ci pensi più tu.
e non sai se ti manca lei. o se ti manchi tu com'eri con lei.
ma fa male, ancora.
e non l'avresti mai detto, che un giorno non ci sareste state più.
e invece.
domenica 14 ottobre 2012
tu sei il male
è un libro di quasi 700 pagine.
e l'ho letto in meno di una settimana.
è un romanzo d'esordio. e di un italiano.
è avvincente, veloce.
è bello. non clamoroso.
protagonista affascinante. spesso un po' forzato.
ci sono troppi nomi, e io sto invecchiando, quindi ogni tanto mi sono persa.
ma mi ha fatto rimanere sveglia più di una notte. nonostante tutta la stanchezza del mondo.
e poi diciamocelo, io davanti a una marsilio vintage perdo un po' di oggettività. chè mi piacciono proprio.
ma no, non lo regalerei.
e l'ho letto in meno di una settimana.
è un romanzo d'esordio. e di un italiano.
è avvincente, veloce.
è bello. non clamoroso.
protagonista affascinante. spesso un po' forzato.
ci sono troppi nomi, e io sto invecchiando, quindi ogni tanto mi sono persa.
ma mi ha fatto rimanere sveglia più di una notte. nonostante tutta la stanchezza del mondo.
e poi diciamocelo, io davanti a una marsilio vintage perdo un po' di oggettività. chè mi piacciono proprio.
ma no, non lo regalerei.
giovedì 11 ottobre 2012
lunedì 8 ottobre 2012
le fate
oggi ho portato il vandalo a scuola.
per un'ora siamo stati lì, tra tappeti e costruzioni.
il tempo di farlo ambientare.
il tempo di fargli conoscere gli attibimbi.
posso venire in baccio?
si tesoro, come ti chiami?
maria.
(non puoi abbracciarmi così tesoro. quanto ti senti sola, se mi abbracci così, ed è la prima volta che mi vedi)
il tempo di dire torniamo domani, senza punto interrogativo.
il tempo per farmi ricordare tutti gli odori di quando ero bambina. la solitudine di quelle mattine d'autunno. il vuoto nello stomaco, il freddo nel cuore.
tutti quei bimbi, così sperduti, così soli. minuscoli, costretti a crescere. di già.
mi torna in mente tutto, perché io non ci volevo andare a scuola. io volevo stare a casa con la mia nonna. e non mi importava che ci fosse mio fratello una classe più avanti, io volevo andare a casa. prima possibile.
e allora penso che lo faccio per lui, che gli piacerà stare lì a giocare. in compagnia di suoi coetanei. non sempre con nonni e genitori.
ma.
io non ci volevo andare a scuola.
e allora mi viene il magone.
a pensare a lui là, che magari neanche lui ci vuole andare a scuola.
che deve mangiare da solo.
che deve fare la pipì da solo.
che se si sente triste e mi cerca, non mi trova.
e lo so che ci vanno tutti a scuola.
ma lui è il mio bambino.
e io c'ho il magone.
e penso a tutto quello che dovrà affrontare nella vita, a prove più grandi di questa. a tutte le volte che vorrò proteggerlo e invece dovrò lasciarlo andare.
alla prima ragazza che lo farà soffrire, e a me che non potrò ammazzarla.
a quando uscirà la sera, e io mi sentirò morire finché non tornerà.
penso a mia madre, penso a come deve essere stata dura.
e vorrei tenerli così per sempre, piccoli. piccoli. o almeno ancora un altro po'.
solo ancora un po'.
solo finché non mi passa il magone.
a me.
lui sorride.
amore, andiamo a casa?
no no mamma. tu. io resssto ccà a ocae.
amore, torniamo domani.
no. tu. io ccà.
per un'ora siamo stati lì, tra tappeti e costruzioni.
il tempo di farlo ambientare.
il tempo di fargli conoscere gli attibimbi.
posso venire in baccio?
si tesoro, come ti chiami?
maria.
(non puoi abbracciarmi così tesoro. quanto ti senti sola, se mi abbracci così, ed è la prima volta che mi vedi)
il tempo di dire torniamo domani, senza punto interrogativo.
il tempo per farmi ricordare tutti gli odori di quando ero bambina. la solitudine di quelle mattine d'autunno. il vuoto nello stomaco, il freddo nel cuore.
tutti quei bimbi, così sperduti, così soli. minuscoli, costretti a crescere. di già.
mi torna in mente tutto, perché io non ci volevo andare a scuola. io volevo stare a casa con la mia nonna. e non mi importava che ci fosse mio fratello una classe più avanti, io volevo andare a casa. prima possibile.
e allora penso che lo faccio per lui, che gli piacerà stare lì a giocare. in compagnia di suoi coetanei. non sempre con nonni e genitori.
ma.
io non ci volevo andare a scuola.
e allora mi viene il magone.
a pensare a lui là, che magari neanche lui ci vuole andare a scuola.
che deve mangiare da solo.
che deve fare la pipì da solo.
che se si sente triste e mi cerca, non mi trova.
e lo so che ci vanno tutti a scuola.
ma lui è il mio bambino.
e io c'ho il magone.
e penso a tutto quello che dovrà affrontare nella vita, a prove più grandi di questa. a tutte le volte che vorrò proteggerlo e invece dovrò lasciarlo andare.
alla prima ragazza che lo farà soffrire, e a me che non potrò ammazzarla.
a quando uscirà la sera, e io mi sentirò morire finché non tornerà.
penso a mia madre, penso a come deve essere stata dura.
e vorrei tenerli così per sempre, piccoli. piccoli. o almeno ancora un altro po'.
solo ancora un po'.
solo finché non mi passa il magone.
a me.
lui sorride.
amore, andiamo a casa?
no no mamma. tu. io resssto ccà a ocae.
amore, torniamo domani.
no. tu. io ccà.
venerdì 5 ottobre 2012
vinsi
chiariamo una cosa, a me premi e catene e cose non mi piacciono.
ma.
se a premiarti è uno come ford non puoi fare finta di niente.
chè lui è quanto di più simile a un amico si possa trovare da queste parti.
e poi credo che tutto sommato possa servire a far girare un po' di nomi.
e quindi sto qua, a partecipare stravolgendo le regole. ma partecipando.
le regole appunto.
regola numero uno: citare chi ha inventato il premio. Roberta-Roby Beauty, e se ford avesse messo il link ora saprei anche chi è. ci perdonerà.
regola numero due: citare chi ti ha assegnato il premio. fatto.
regola numero tre: premiare altri cinque blog.
allora.
non premierò i miei preferiti, chè già si sa che li amo.
ma pioveranno diamanti su:
- red, che non ho capito ancora bene di che vuole parlare. ma lo fa molto bene.
- mami, perchè è molto bella e molto vera.
- alessandro, perchè odierà questo premio. ma dovete assolutamente leggere quello che ogni paio di secoli scrive.
- la cincia, perchè mi fa troppo troppo ridere.
- ale13, perchè finalmente mi ha messo nella sua blog roll. ma anche perchè gioca a fare lo sfigato e invece è molto figo.
e a questo punto dovrei mettere una canzone che parla di diamanti. o che ce l'ha nel titolo. o che ce li ricorda.
o sticazzi.
*che poi chi ci credeva mesi fa che a un certo punto volevi bene a gente che non avevi mai visto e stavi qua a fare cose a dire fatti con degli sconosciuti. spesso molto più vicini di chi ti mangia accanto. così, per dire.
**ma sarà la blog roll o il blog roll??
giovedì 4 ottobre 2012
l'eleganza del riccio
e niente.
ero sola a casa.
i rompicoglioni finalmente a letto.
l'ho visto, e ho fatto finta di niente.
ci sono ripassata vicino, e ho tentato di distrarmi.
poi mi sono detta, leviamoci 'sto dente.
e ho cominciato a leggere.
e mi sono schiodata da pagina 80.
e.
e l'ho finito.
cercando tra le parole somme verità.
aspettando ad ogni pagina che prendesse il volo.
aspettando ad ogni pagina che cominciasse a vivere di vita sua.
sperando mi lasciasse qualcosa.
l'ho finito, ma non ho cambiato idea.
ero sola a casa.
i rompicoglioni finalmente a letto.
l'ho visto, e ho fatto finta di niente.
ci sono ripassata vicino, e ho tentato di distrarmi.
poi mi sono detta, leviamoci 'sto dente.
e ho cominciato a leggere.
e mi sono schiodata da pagina 80.
e.
e l'ho finito.
cercando tra le parole somme verità.
aspettando ad ogni pagina che prendesse il volo.
aspettando ad ogni pagina che cominciasse a vivere di vita sua.
sperando mi lasciasse qualcosa.
l'ho finito, ma non ho cambiato idea.
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