ci sarebbe la leggerezza di partire in due, di nuovo, dopo anni.
ci sarebbe uno zainetto minuscolo.
si potrebbe raccontare di un aereo che non riesce ad atterrare. e le preghiere di un'atea che vuole rivedere i suoi figli. e due ore che diventato sei.
potrei dirvi di birre pomeridiane come se avessi ancora vent'anni.
o di bagel col formaggio.
ci sarebbe poi da parlare dei jardin du luxembourg, e tappeti gialli che scricchiolano sotto i tuoi piedi.
o anche dei gradini, milioni, della torre di ferro. 720 in realtà. più 720 a scendere. ma quelli non contano, no?
poi c'è il freddo. e cappello. calze. sciarpa. guanti.
potrei provare a dire dei baci e degli abbracci e delle strette e dell'amore trovato a casa ad aspettarmi. come se fossi stata via dei mesi, invece che due giorni. (no mamma, tre giorni)
e il pain au chocolat. tanti pain au chocolat.
ci sarebbero mille altre cose, tutte chiuse strette strette in due giorni piccoli piccoli. due giorni voluti, aspettati, meritati.
ci sarebbero tutte queste cose, da raccontare.
e poi c'è anche che tutto questo, noi, lo abbiamo fatto in bici. gran parte.
su delle fantastiche bici dal colore indefinito che trovi ad ogni angolo di strada.
ci sarebbe da raccontare.
la gioia.
la gioia di andare e quella di tornare.